0 – | POLITICAMENTE CORRETTO – INTRODUZIONE |
Non è mia intenzione disquisire sul concetto di “politicamente corretto” e delle sue numerose derive. Come ogni espressione di carattere generale anche questa lascia spazio a tantissime accezioni, eccezioni, interpretazioni, posizionamenti, equivoci. Soprattutto oggi, che grazie alla società e cultura di massa, ogni individuo si sente legittimato a intervenire su tutto, spesso cercando di spacciare la propria esperienza, il proprio “lanternino”, per valore universale e Illuminazione del mondo. Per avere un’idea di ciò che ruota intorno e dietro al “politicamente corretto” basta una documentazione su Internet, veloce o lenta a seconda dei gusti, dove si possono trovare spiegazioni di vario genere, non solo su Wikipedia, con la solita pretesa di spiegare con poche parole di cosa si tratti. Si continua a credere che la comprensione sia rimasta ferma al suo significato etimologico di cum-prehendere, cioè di racchiudere, tenere-prendere insieme; così come si continua a credere che ogni parola sia priva di vita e che basti leggere cosa scrive il vocabolario per farla propria.
Storicamente l’espressione ha avuto diversi significati a seconda di chi la usava e del contesto, ma solo da poco è diventata il fulcro di una disputa che ha dietro di sé un tessuto estremamente ampio e una realtà che ingloba molte aree. Il semplicismo, più culturale che politico, fa dire che chi sostiene il Politicamente corretto è in genere di sinistra, mentre chi lo critica è di destra: purtroppo è questo un modo poco adeguato per affrontare l’argomento. L’idea di una contrapposizione tra destra e sinistra è oggi priva di significato, dal momento che essa presupponeva un’idea finalistica della Storia, con contorni marxiani o positivistici: è sembrato per circa un secolo che il futuro fosse in qualche modo segnato, per l’uguaglianza comunista o per il progresso tecnologico. L’innegabile carattere evolutivo della Storia non significa più la comprensione a priori della direzione che essa prenderà, bensì un percorso estremamente complesso, reticolare, frutto né del Caso né di Leggi Universali: un percorso che richiede l’assunzione di responsabilità da parte di ogni soggetto coinvolto.
Come sempre succede all’uso delle parole, risulta utile entrare dentro il termine decisivo di quell’espressione, cioè “corretto” o, come in inglese, “correctness-correttezza”. L’etimologia è così capace di avvicinarci al senso proprio di quella frase, senza pretendere di imporsi, ma svelando lati che non riusciamo a vedere perché abituati alla comune definizione.
Corretto deriva da cum-rigere, dove il termine decisivo è rigere, reggere. Dal latino rigere deriva una serie di parole estremamente significative che allargano i nostri orizzonti. Rigere-reggere indica qualcosa di decisivo perché diventa l’elemento fondamentale perché qualcosa stia in piedi e ci stia bene e saldamente; non a caso e-rigere significa proprio tirare su, tirare diritto, costruire, come “erigere una statua”. Il suo participio passato è non casualmente eretto in sintonia con erezione che fa il paio con rigidità.
Il termine introduce dunque due aspetti di cui dobbiamo ricordarci nel comprendere l’espressione di cui mi sto occupando: essere saldo ed essere rigido. Questa durezza, questa solidità, questa impossibilità di flettersi o di rompersi è la caratteristica storica di ciò che è considerato Bene: tutti i capi, politici militari aziendali, devono avere in fondo quelle caratteristiche. E ciò è tanto più vero che, in un’epoca completamente nuova come la nostra che impone la società civile, il capo è chiamato per l’appunto “Dirigente”, colui che di-rige, indicando il cammino da percorrere nel modo migliore possibile. Il miglior cammino non può essere pieno di curve, perché affaticherebbe e attarderebbe, ma deve esse il più diritto possibile, come anche la geometria tradizionale ci insegna. Di-ritto, di-rittura, retto (anche come l’angolo). Una volta segnata la dimensione materiale della parola il passaggio agli aspetti spirituali diventa semplice e veloce e non c’è bisogno di cambiare, se non la prospettiva. Abbiamo così il “Diritto” inteso come insieme di norme che permettono di far funzionare positivamente una società; abbiamo la parola “Retto-Rettitudine” che indica ciò che è giusto fare e come comportarsi in società.
Qui di seguito cosa riporta la Treccani alla voce “corretto”:
- a. [che è stato reso migliore e più esatto eliminando errori, imperfezioni e sim.] b. [che è stato migliorato, riferito a difetto fisico, malattia e simili] c. [di persona, cui è stato segnalato un difetto, un vizio: sbagliava ma è stato subito corretto]
- [che è privo di errori o difetti, di ragionamento, linguaggio e sim ≈ accurato, esatto, giusto, preciso, regolare, valido
- a. [di persona, conforme alle regole della convenienza: avere un comportamento c.; essere c. nel vestire] ≈ civile, composto, costumato, decoroso, educato, formale, garbato, presentabile, retto, sobrio. b. [di persona dalla condotta moralmente ineccepibile].
Come si vede tutto ruota intorno alla considerazione di ciò che riteniamo giusto. Eppure, giusto appartiene alla morale non alla politica e richiama valori astratti e generali: questa è la prima grossa contraddizione dell’espressione “politicamente corretto”.
La politica è gestione della polis e si occupa di operare concretamente perché i cittadini vivano la loro esistenza quotidiana in modo migliore: costruire un asilo, fare una circonvallazione, asfaltare le strade, organizzare il servizio di bus e cose simili sono compito della politica che ne risponde ai cittadini. La politica si avvale del diritto per il rispetto delle norme che la società si è data democraticamente.
La morale invece si occupa di ciò che è bene e attiene a una sfera poco tangibile, più spirituale che materiale, più personale e individuale che sociale: solo gli stati dittatoriali impongono a livello pubblico e collettivo una determinata morale.
I sostenitori del “politicamente corretto” mescolano e confondono questi due piani che devono rimanere separati in uno Stato di diritto; lo fanno certo anche per ignoranza, ma soprattutto perché, rimescolando le carte, cercano di imporre la propria volontà di potenza e occupare sempre di più il territorio, riducendo lo spazio del diritto, del confronto, della discussione, arrivando anche a episodi di violenza fisica e di distruzione della persona.
Orfani della cultura del sospetto che ha dominato i regimi comunisti per 70 anni, i sostenitori del “politicamente corretto” ne ripropongono le forme, meno incisive ma egualmente pesanti, trasformandosi in giudici fuori dai tribunali e coinvolgendo gruppi numerosi nella battaglia.
Ma in una società liberaldemocratica i processi si fanno in Tribunale non nelle piazze o sui social.
Se fosse solo una manifestazione del pensiero sarebbe la benvenuta perché una società liberaldemocratica vive della libertà di opinione, riunione e manifestazione; purtroppo non è così: a intellettuali è stato proibito di parlare proprio nelle Università, mentre giornalisti e docenti hanno perso il proprio posto di lavoro.Ciò che appare grave non è il carattere molto discutibile delle idee, ma il fatto che strutture istituzionali hanno ceduto alle minacce.
Nei prossimi capitoli affronterò i temi che caratterizzano in forme più o meno evidenti la nebulosa a cui viene genericamente attribuito il nome di “politicamente corretto”.
Qui di seguito gli argomenti, in ordine alfabetico, che intendo affrontare e sviluppare, almeno in linea di massima. Sebbene siano necessariamente proposti in modo lineare, gli argomenti verranno sviluppati come una rete e dunque potranno esserci richiami e ripetizioni che vanno intesi come link, collegamenti tra le diverse parti.
0 | INTRODUZIONE |
A | APPROPRIAZIONE CULTURALE |
B | BURQA E DINTORNI |
C 1 | CANCEL CULTURE |
C 2 | COMUNITA’ |
D | DIVERSITA’ |
E 1 | ETICA |
E 2 | ECOLOGIA |
F | FANATISMO |
G | GUERRA |
H | HIROSHIMA |
I | INTERSEZIONALITA’ |
L | LGBTQ+ |
M 1 | MAESTRO |
M 2 | MUSLIM |
N | NATURA |
O | OCCIDENTE |
P 1 | PENA |
P 2 | PALESTINESI |
Q | QURAN (CORANO) |
R 1 | RISCALDAMENTO GLOBALE |
R 2 | RAZZISMO |
S | SCIENZA |
T | TURBOCAPITALISMO |
U | UNIVERSITA’ |
V 1 | VIOLENZA |
V 2 | VITTIMISMO |
W | WOKE |
Z | ZIMBABWE |