1. L’ODIO

Cominciamo con Hamas e il suo Statuto approvato nel 1988. Vedremo così che l’odio contro gli ebrei e il desiderio del loro sterminio ha una lunga storia che collega le origini, Maometto e il Corano, con la realtà attuale. Non si vuole demonizzare il libro sacro, ma mettere in evidenza come dal VII secolo d.C. esista una linea continua che partendo da importanti capitoli del Corano (Sure e hadits) arriva fino ai nostri giorni e come questa catena di odio sia alla base di eventi criminali di cui non solo i palestinesi si rendono protagonisti.

Lo Statuto di Hamas:

Introduzione: “. La nostra battaglia con gli ebrei è molto lunga e pericolosa, e chiede la dedizione di tutti noi.”

Articolo 7: “Il Profeta – le preghiere e la pace di Allah siano con Lui – dichiarò: “L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno, e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: O musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me – vieni e uccidilo; ma l’albero di Gharqad non lo dirà, perché è l’albero degli ebrei” (citato da al-Bukhari e da Muslim)”.

Articolo 15: “Quando i nemici usurpano un pezzo di terra musulmana, il jihad diventa un obbligo individuale per ogni musulmano. Di fronte all’usurpazione della Palestina da parte degli ebrei, dobbiamo innalzare la bandiera del jihad. Questo richiede la propagazione di una coscienza islamica tra il popolo a livello locale, arabo e islamico. È necessario diffondere lo spirito del jihad all’interno della umma, scontrarsi con i nemici, e unirsi ai ranghi dei combattenti.”

  Articolo 20: “Il nazismo degli ebrei se la prende anche con le donne e i bambini; terrorizza tutti. Questi ebrei rovinano la vita delle persone, rubano il loro denaro, e minacciano il loro onore.”

Articolo 22: Il nemico (Gli ebrei) ha programmato per lungo tempo quanto è poi effettivamente riuscito a compiere, tenendo conto di tutti gli elementi che hanno storicamente determinato il corso degli eventi…ha accumulato una enorme ricchezza materiale, fonte di influenza che ha consacrato a realizzare il suo sogno. Con questo denaro ha preso il controllo dei mezzi di comunicazione del mondo, per esempio le agenzie di stampa, i grandi giornali, le case editrici e le catene radio-televisive. Con questo denaro, ha fatto scoppiare rivoluzioni in diverse parti del mondo con lo scopo di soddisfare i suoi interessi e trarre altre forme di profitto. Questi nostri nemici erano dietro la Rivoluzione francese e la Rivoluzione russa, e molte delle rivoluzioni di cui abbiamo sentito parlare, qua e là nel mondo. È con il denaro che hanno formato organizzazioni segrete nel mondo, per distruggere la società e promuovere gli interessi sionisti. Queste organizzazioni sono la massoneria, il Rotary Club, i Lions Club, il B’nai B’rith, e altre. Sono tutte organizzazioni distruttive dedite allo spionaggio. Con il denaro, il nemico ha preso il controllo degli Stati imperialisti e li ha persuasi a colonizzare molti paesi per sfruttare le loro risorse e diffondervi la corruzione. A proposito delle guerre locali e mondiali, ormai tutti sanno che i nostri nemici hanno organizzato la Prima guerra mondiale per distruggere il Califfato islamico. Il nemico … ha fondato la Società delle Nazioni come strumento per dominare il mondo. Gli stessi nemici hanno organizzato la Seconda guerra mondiale, nella quale sono diventati favolosamente ricchi grazie al commercio delle armi e del materiale bellico, e si sono preparati a fondare il loro Stato. Hanno ordinato che fosse formata l’Organizzazione delle Nazioni Unite, con il Consiglio di Sicurezza all’interno di tale Organizzazione, per mezzo della quale dominano il mondo. Nessuna guerra è mai scoppiata senza che si trovassero le loro impronte digitali.

Articolo 32: “Perché lo schema sionista non ha limiti, e dopo la Palestina cercherà di espandersi dal Nilo all’Eufrate. Quando avrà digerito la regione di cui si è cibato, guarderà avanti verso un’ulteriore espansione, e così via. Questo è il piano delineato nei Protocolli degli Anziani di Sion, e il comportamento presente del sionismo costituisce la migliore testimonianza di quanto era stato affermato in quel documento… Quello che rimane da fare è un’azione continua da parte dei popoli arabi e islamici, e delle organizzazioni islamiche nel mondo arabo e musulmano, perché sono queste a essere meglio preparate per la prossima fase della lotta contro gli ebrei, i mercanti di guerre.”

 Come si può vedere l’odio è esclusivamente religioso, mentre le motivazioni storiche risultano risibili.

 Molti commentatori si sono convinti che il problema in Medio Oriente sia semplicemente politico e attribuiscono alla politica di Israele ogni colpa. Vedremo come l’odio contro gli ebrei risalga a molto prima del 1947 e sia una costante a partire dalla fondazione della religione islamica e dal suo libro sacro.

Prima però occorre smascherare il falso storico che soggiace alla situazione contemporanea. Rimando per un discorso più completo al mio articolo https://www.emiliosisi.it/2023/12/16/p-2-palestina-e-dintorni-politicamente-corretto-no-grazie/.

Qui riporterò i fatti salienti.

I palestinesi vorrebbero uno Stato palestinese e accusano Israele di opporsi. La storia dice l’opposto.

Nel 1947 l’ONU decise di sostituire il mandato britannico con due stati, uno ebraico e uno arabo (notare che ancora non si parla di palestinesi). Nel 1948 alla nascita di Israele 5 stati arabi attaccarono Israele convinti di poterlo annientare; persero e dovettero ritirarsi, comunque controllando Gerusalemme Est (Giordania) e Gaza (Egitto).

Lasciamo da parte gli ulteriori tentativi del 1956, 1967 e 1973; arriviamo a Oslo nel 1993 per cui Rabin e Arafat ricevettero il Premio Nobel per la Pace. Esso prevedeva la nascita di uno Stato palestinese con la restituzione del 97% della Cisgiordania che Israele controllava dopo la guerra del 1967. Israele, paese democratico, attraverso il Parlamento, approvò, mentre il Movimento Palestinese si oppose, perché il suo obbiettivo era distruggere Israele, cancellarlo dalla faccia della terra. Anche oggi molte anime belle continuano a parlare di Stato palestinese, ma mentre in Israele si è possibilisti lo slogan dei Palestinesi è “dal fiume al mare” cioè dal Giordano al Mediterraneo, dove per l’appunto esiste Israele.

Il fatto più grave è che manifestazioni in Occidente parlano di diritto dei palestinesi a uno stato mentre gridano “dal fiume al mare”.

Sempre a livello storico va ricordato che in Israele vivono quasi 2 milioni di arabi con pieni diritti civili, mentre nei paesi arabi la situazione è la seguente: in Giordania, Arabia Saudita, Siria non ci sono più ebrei; in Irak quattro, in Egitto 10, in Libano 100 e in Iran 8.300: fino a pochi decenni fa erano numerosi e la loro presenza datava secoli.

Quindi parlare di apartheid e genocidio risulta ridicolo, oltre che antistorico.

Ridicolo e antistorico se si guarda alla teoria e agli eventi dipesi da questa teoria. Lasciamo da parte l’Iran che con il suo leader Ahmadinejad ha dichiarato ufficialmente la volontà di annientare Israele con l’atomica e ripercorriamo la storia dell’Islam soprattutto nei paesi arabi e nel Medio Oriente. Naturalmente diverse sono le situazioni geostoriche, ad esempio sebbene l’Indonesia sia un paese mussulmano sunnita ed esistano componenti radicali, soprattutto a Sumatra, la storia è diversa.

Cominciamo con il Corano.

Come ha spiegato H. Abdel-Saman nel suo libro” Il Corano: messaggio di odio, messaggio d’amore” da me recensito (https://emiliosisi.it/2022/04/08/h-abdel-samad-il-corano-messaggio-damore-messaggio-di-odio/) si possono rintracciare due periodi diversi nei riferimenti storici proposti dal Corano: “Quando era debole e oppresso predicava la pace, la libertà e la convivenza, perché i deboli dipendono sempre dalla tolleranza altrui. Ma, una volta giunto al potere, dimenticò ciò che aveva predicato e adottò un tono aggressivo” (pag.70).

Detto questo le parti in cui gli ebrei sono presentati come bestie da combattere sono molto più numerosi degli altri e qui ne riporto alcuni esempi:

Sura 3, v.112: L’infamia li colpirà (gli ebrei) ovunque si trovino.

Sura 7, v.167: E il tuo Signore annunciò che avrebbe inviato contro di loro qualcuno che li avrebbe duramente castigati fino al Giorno della Resurrezione. 

Sura 5, v.60: Coloro che Allah ha maledetto, che hanno destato la Sua collera e che ha trasformato in scimmie e porci.

Sura 5, v.82: Troverai che i più acerrimi nemici dei credenti sono i giudei e i politeisti.

Non è nostro interesse criticare il libro sacro islamico, ma mettere in evidenza il fatto che i movimenti arabi in Medio Oriente fino ad Hamas fanno riferimento a questi passi per instillare l’odio verso gli ebrei e istigare la popolazione allo sterminio. Gran parte del 1900 va in questa direzione con l’accentuazione degli anni ’30 quando si ebbe una collaborazione strettissima tra la maggior parte del mondo islamico, rappresentata dal Gran Muftì di Costantinopoli, e il Nazismo, uniti dal comune sentimento antisemita e dalla volontà di distruggere il popolo ebraico.

Non c’è dubbio che l’antisemitismo moderno nasce in Europa e precisamente in Germania, ma ben presto si diffonde in tutta Europa (affare Dreyfus in Francia e i falsi Protocolli di Sion in Russia): di fronte alla crisi del 1873 gli ebrei diventano il capro espiatorio e la situazione, come si sa, arrivò al capolinea con l’azione nazista che dette vita alla Shoa.

Il mondo arabo sottomesso ai Turchi fino al 1918 fece propria l’ideologia antisemita a partire dal primo esodo in Palestina dall’Europa orientale alla fine del 1800, con una differenza rispetto all’antisemitismo europeo perché mentre questo ne faceva un problema di razza, gli arabi ne fecero un problema religioso.

Protagonista decisivo di questo odio fu Amin El-Hussein- Muftì di Costantinopoli. Già negli anni ’20 fece circolare la voce che gli ebrei volevano distruggere i luoghi sacri all’Islam che si trovavano a Gerusalemme invitando il popolo mussulmano a insorgere. Seminando odio nel 1929 fece pubblicare false foto di un incendio alla Moschea e come reazione ci fu il massacro di Hebron: 133 morti e 339 feriti.

Il mondo mussulmano non era unito ma nel 1931 la General Islamic Conference diffuse il verbo del Muftì che fu eletto Presidente contro uno più moderato.

La propaganda continuò fino al 1945 avvalendosi, come vedremo, dei contributi nazisti sia in denaro sia in armi, ma soprattutto con un’emissione radio in arabo da Berlino il cui tema principale era la lotta contro gli ebrei, lotta che univa Hitler al Mufti. Tenuto conto del basso livello di alfabetizzazione della popolazione araba la propaganda fece presa. Nel 1948 quando Gerusalemme Est passò sotto controllo giordano (fino al 1967) furono distrutte scuole, sinagoghe, cimiteri ebrei. Gli ebrei non potevano pregare al muro del pianto.

Dal 1967 Gerusalemme Est tornò sotto controllo di Israele che permise le preghiere agli islamici, mentre i leader arabi dichiaravano che Gerusalemme non era luogo sacro ebreo. In queste falsità storiche che nessun archeologo avrebbe mai sottoscritto si distinguono leader palestinesi come Arafat e Abbas, che in molteplici dichiarazioni affermarono che Gerusalemme è luogo sacro solo per arabi-mussulmani e cristiani, ma non per gli ebrei. Non solo ma da più parti si è anche proceduto a negare l’Olocausto.

Sempre più si parla di “Antisemitismo islamico”, perché è una variante che si basa sull’odio religioso per gli ebrei che risale al VII sec. sviluppando tutto il potenziale di odio che la religione islamica ha dentro. È di fatto una guerra di religione, come dimostrano tre caratteristiche fondamentali:

  • Ideologia del martirio e fede nel Paradiso.
  • Nazione mussulmana contro gli ebrei.
  • La presenza degli ebrei è la presenza di Satana, nessun ebreo rimarrà vivo: solo così l’umanità potrà vivere in pace.

L’ammirazione per Hitler e Rommel e l’odio per gli ebrei erano radicati prima della fondazione di Israele e dopo il 1945 il mondo arabo fu l’unico a guardare al Nazismo con orgoglio e non con vergogna.

Nei prossimi capitoli svilupperemo in forma analitica quanto qui evidenziato sinteticamente come introduzione.