PREMESSA
Queste pagine sono più di una recensione del libro “La grande bugia verde”, presentato da Nicola Porro per Liberlibri che dà voce a scienziati italiani che, con riferimento alla letteratura scientifica internazionale, smontano le tesi allarmistiche sul clima attraverso una analisi critica delle tesi che vanno per la maggiore e che disorientano il pubblico.
L’analisi critica nasce da studi scientifici che tengono conto della complessità dei fenomeni naturali sottoposti al vaglio del metodo scientifico che troppo spesso è ridotto a un semplice rapporto causa-effetto che serve solo a confermare tesi precostituite. Il metodo scientifico deve sempre scontrarsi con la realtà dei fenomeni e i fenomeni che attengono al clima sono fenomeni molto diversi dalla relazione di due corpi che in genere è molto semplice. Come ricordava Poincaré nello studio delle relazioni tra tre corpi si va incontro a qualcosa di estremamente difficile da risolvere; figurarsi per il clima che coinvolge fenomeni molto più numerosi dei tre corpi contro cui si infranse la ricerca del fisico francese alla fine del 1800.
Molti passi sono stati fatti nella direzione di studiare fenomeni complessi; eppure, ciò che viene propinato al grande pubblico è una serie di conclusioni approssimative che prendono in considerazione solo un paio di aspetti in modo da convincere rapidamente i non addetti ai lavori: è la caccia alle streghe dell’era moderna.
Come vedremo, ci sono aspetti di metodo che vengono trascurati dalla vulgata corrente e sono fondamentali. Ne cito alcuni: l’uso di modelli semplici incapaci di affrontare fenomeni complessi; la confusione tra meteorologia che si muove sul breve periodo e la climatologia che affronta i fenomeni sul lungo periodo; l’assenza di riferimento di aspetti decisivi come le dinamiche atmosferiche o della struttura terrestre; l’assenza nelle conseguenze politiche di un bilancio basato sul rapporto costi-benefici; la mancanza di un bilancio delle ipotesi precedenti che impedisce di fare reali progressi.
Le tesi che presenterò sono di scienziati forse poco noti al grande pubblico, ma estremamente qualificati, spesso docenti o ricercatori in Università americane o inglesi come Nicola Scafetta, Gianluca Alimonti, Alessandro Pezzoli, Arturo Raspini e altri; si tratta di scienziati che dirigono riviste internazionali e pubblicano regolarmente i risultati delle loro ricerche sottoponendoli al vaglio della comunità scientifica. Sarà presente anche la sintesi di un intervento di due illustri fisici, W. Happer di Princeton e R. Lindzen del MIT su CO2 e temperatura.