- ADRIANO MAZZARELLA: I modelli matematici non calcolano variabili fondamentali.
- La tesi per cui un raddoppiamento di CO2 provochi un aumento termico di 5°C fu sostenuta anche dal Nobel del 1905 per la Chimica August Arrhenius e viene tuttora riproposto nel dibattito sul riscaldamento globale. Una cosa è però un approccio valido in laboratorio con variabili controllate, un’altra cosa è il sistema Terra-atmosfera dove i processi fisico-chimici si muovono attraverso parametri numerosi e interconnessi e con azioni e retroazioni ancora più complesse. Esiste un problema di metodo per cui l’idea galileiana che il “libro della natura è scritto in linguaggio matematico” fa credere che si possa padroneggiare anche la complessità dei fenomeni fisici naturali come si è fatto fino al secolo scorso attraverso la matematica. Nonostante l’impulso fondamentale dato da Galileo la scienza oggi si trova ad operare in modo diverso perché i compiti che deve svolgere risultano sempre più complessi.La teoria del cambiamento climatico antropico fa dipendere tutto da una singola variabile, la CO2. Con questo approccio riduzionista la comunità scientifica ha difficoltà ad accettare ad esempio che modeste variazioni (dell’ordine dello 0,1%) dell’attività del Sole possano avere effetti enormi sulla circolazione atmosferica (ricordate l’Effetto Farfalla, ndr). Le simulazioni dell’IPCC utilizzano valori sostanzialmente stabili dell’irradianza solare, cioè dell’energia termica e magnetica prodotta dal Sole, il che annulla del tutto il ruolo del Sole (la derivata di una costante è eguale a zero). A questo proposito Giorgio Parisi ha ottenuto il Nobel per la fisica nel 2021 con lavori che mostravano come piccole variazioni nel flusso solare possano aver creato variazioni termiche di ben 10°C nella storia evolutiva del clima.
I modelli usati dall’IPCC sono inadeguati perché ci troviamo di fronte a un numero elevato di parametri che caratterizzano il clima e da insufficiente informazione sui processi fondamentali e sui fenomeni di retroazione che caratterizzano il clima. Quei modelli sono costruiti in funzione di un preciso quadro di riferimento che dovrebbe essere dimostrato e che è diventato invece la precondizione: il ruolo primario della CO2 nelle variazioni termiche dell’aria trascurando perfino il ruolo dell’acqua, considerata solo in funzione della CO2.
Di fronte a modelli del genere persino Galileo sarebbe inorridito: l’atto di fede prevale sul metodo scientifico.
In realtà il clima viene influenzato da molte variabili scollegate dalla CO2.
Un indice molto utile è l’ENSO multivariato (MEI) che misura attraverso l’analisi di sei parametri l’intensità di eventi noti come El Niño e la Niña, il riscaldamento e il raffreddamento della temperatura dell’Oceano Pacifico, fenomeni del tutto naturali che non hanno nulla a che vedere con l’attività dell’uomo: essi hanno un andamento ciclico di circa 60 mesi e influenzano anche regioni molto lontane provocando ad esempio siccità in Australia e forti piogge negli USA.
Un altro elemento che influenza il clima è “la corrente a getto” e anch’essa nulla ha a che fare con CO2 e attività umane. Esse sono soggette a ondulazioni (onde di Rossby) in grado di influenzare il meteo. A tale genere di corrente si devono fenomeni di siccità (California 2014), caldo estremo (Europa 2003), alluvioni e frane (Emilia-Romagna 2023).
Le correnti a getto sono causate dal riscaldamento solare, eppure i modelli IPCC non prendono in considerazione questa variabile per poter ridurre tutto a CO2 e attività umane.
Il fallimento dei modelli previsionali GCM dell’IPCC è connesso al metodo che non prende in considerazione le molteplici variabili e soprattutto perché quei modelli considerano l’attività solare come una costante; le previsioni falliscono nel breve periodo, nel medio e anche nel lungo periodo dove ormai è acquisita la ricostruzione ciclica dell’evoluzione climatica: caldo Romano (200 a.C.-400 d.C.), caldo Medievale (900-1250 d.C.), piccola Era Glaciale (1550-1850) con il “Minimo di Maunder (1645-1715).
Quando il Sole, la circolazione atmosferica, la rotazione terrestre, la temperatura del mare, i venti zonali e meridionali sono studiati nella loro interconnessione il legame tra il Sole e il clima diventa più evidente.