- UBERTO CRESCENTI: Qual è il ruolo della variabile umana sul clima?
Da troppo tempo siamo bombardati da un’ideologia climatica catastrofista senza vergogna. Tutta colpa dell’uomo e cosa ci aspetta è la scomparsa del pianeta. Articoli di giornali illustri come Corriere della Sera e Repubblica hanno dato fiato alle trombe, in prima pagina e con titoli agghiaccianti.
Nonostante nel 1989 Repubblica parlasse di 10 anni prima della scomparsa e il Corriere nel 2007 di 8 anni e ancora Repubblica nel 2013 ci lasciava 10 anni di vita, nulla di quanto paventato si è verificato. Eppure, si continua come sempre, spacciando profezie per scienza. L’autore cita un catastrofista che, a proposito dell’innalzamento dei mari, faceva notare il rischio che Piazza del Duomo venisse invasa dalle acque: eppure essa si trova a ben 140 m.s.m. La storia del Mediterraneo è a tal proposito significativa: 20.000 anni fa era più basso di circa 140 m, le acque sono salite tra 20.000 e 10.000 anni fa raggiungendo il livello attuale circa 15.000 anni fa, in piena fase fredda del nostro pianeta. Oltre a fingere di non capire che 15.000 anni sono una cosa e 20 o 30 un’altra, va fatto notare che la crescita delle acque non è avvenuta in relazione a una fase di riscaldamento globale: essa, infatti, è più facilmente riconducibile alla tettonica a zolle.
L’IPCC sostiene che una temperatura superiore all’attuale di 1,5°-2°C rappresenterebbe la catastrofe per il pianeta. Per fortuna siamo in grado, grazie alle scienze geologiche, di ricostruire le temperature del passato.
Vediamo:
52 milioni di anni fa la temperatura della Terra era maggiore di 8°C rispetto a oggi; nel periodo caldo romano Annibale nel 218 a.C. passò le Alpi con gli elefanti e poté farlo per l’assenza o la poca presenza di ghiacci; nel periodo caldo medievale (tra il 900 e il 1400 d.C.) la temperatura era maggiore di circa 2°C rispetto a oggi: non a caso fu il periodo in cui i Vichinghi colonizzarono la Groenlandia che abbandonarono nella successiva Piccola era glaciale. Nonostante i Periodi caldi, romano e medievale, la vita è continuata (e anzi nel periodo caldo medievale si assiste una crescita economica fortissima, ndr).
Il clima cambia, ma l’uomo non può farci nulla. L’uomo può ridurre l’inquinamento ma la CO2 non è una sostanza inquinante.
Il clima è sempre cambiato con l’alternarsi sistematico di fasi fredde e fasi calde. Non esiste correlazione tra l’aumento della CO2 registrato dal 1880 e l’andamento nello stesso periodo della temperatura. Ad esempio, mentre la CO2 è cresciuta da 280 a 380 ppm la temperatura è cresciuta fino al 1940 per diminuire fino al 1970, crescere fino al 1998 quando è tornata a stabilizzarsi per poi riprendere a salire.
Un esempio: la glaciologa A. V. Cerutti ha studiato la variazione della temperatura sul Passo del Gran San Bernardo (2.200 m.s.m.) dal 1820 e ha dimostrato il succedersi di ben 11 fasi climatiche (caldo-freddo), quindi anche nel periodo di aumento costante della CO2 a partire dal 1880.
Un altro elemento di cui non si parla: l’effetto serra ci garantisce una temperatura vivibile e il 95% dei gas che compongono l’atmosfera è costituito da Vapore acqueo, mentre altri gas, tra cui metano e CO2, rappresentano solo il 5%.
L’IPCC non tiene conto della presenza di molte variabili e tra le altre una risulta trascurata del tutto, l’attività vulcanica. L’autore ricorda gli studi di un geologo di fama internazionale, Enrico Bonatti, che in un suo articolo su Le Scienze del 2009 faceva notare l’importanza della tettonica a zolle, che determina la morfologia della Terra sia la parte emersa sia quella sottomarina: esistono 60.000 km di fratture (dorsali oceaniche) da cui fuoriesce il magma a temperature superiori a 1.000°C.
Come si vede le problematiche inerenti il riscaldamento della Terra sono molto più numerose rispetto alla semplificazione della comunità scientifica internazionale (che si esprime soprattutto nell’IPCC) e non si può fingere o che non esistano o che non abbiano alcuna influenza. Il problema non riguarda tanto l’errore, quanto 1) il fatto che si preferisca nascondere, invece di affrontare e discutere, le tesi alternative, 2) il fatto che queste riduzioni semplicistiche escono fuori dall’ambito specialistico per inondare un pubblico poco preparato, generando ansie, paure e terrore.