- 5) GIANLUCA ALIMONTI: Il numero di disastri naturali è in aumento?
Le informazioni che il saggio propone sono tratte dalla Banca Dati del CRED (Center for Research on the Epidemiology of Disaster fondato nel 1973).
È importante la definizione di “disastro naturale”: un evento naturale che causi almeno dieci decessi o cento feriti o sfollati, o una dichiarazione di stato di emergenza o un appello all’assistenza internazionale.
Una questione di metodo. A partire dagli anni ’70 del 1900 si è avuta una costante maggiore capacità di registrazione: aumento di stazioni di raccolta dati, aumento della sensibilità di registrazione in ogni parte del pianeta. A partire dall’anno 2000 si può dire che il set di dati è completo. Cosa si nota: fino al 2000 i disastri crescono per poi stabilizzarsi e infine diminuire.
Come nel caso del clima la ricerca scientifica si scontra con le previsioni degli organismi dell’ONU che parlano di un aumento del numero di disastri naturali del 40% per il 2050. La loro previsione si basa sulla crescita costante fino al 2000 e non tiene conto della maggiore capacità di registrazione.
Nonostante questo errore di metodo, l’affermazione che i disastri naturali stiano aumentando è presente in vari importanti rapporti.
L’UNDRR (Ufficio ONU per la riduzione del rischio di disastri) fa un confronto tra il periodo 2000-2019 e il periodo 1980-1999. Come si vede dal grafico il primo vede una significativa diminuzione. La proiezione allarmistica, non tenendo conto del monitoraggio stabile a partire dal 2000, risulta distorta e la previsione di un aumento del 40% risulta fallace.
L’autore allarga la sua riflessione alla produzione agricola e alle rese nel tempo di mais, riso, soia e grano: nel periodo 1961-2020 la media mostra una crescita costante per tutte e quattro le colture (3,3%, 2,4%, 2,6%, 3,8%). Non c’è traccia di una variabilità dovuta a eventi estremi come ondate di calore, di freddo, siccità, alluvioni.
Importante è anche l’analisi dei disastri geofisici (vulcani, terremoti) che non hanno nulla a che vedere col clima, perché essi mostrano lo stesso andamento dei disastri meteoclimatici che crescono in modo costante e si fermano nel 2000 quando le stazioni di rilevamento hanno raggiunto la massima diffusione. Difficile pensare a una causa antropica nell’attività dei vulcani e nei terremoti.
In conclusione, l’aumento su cui si basano le proiezioni catastrofiste è solo apparente e lo stesso CRED dopo la ricerca fatta dall’autore insieme a L. Mariani nel 2023 ha dichiarato che “Le tecnologie possono essere considerate responsabili della tendenza dominante osservata…È fortemente raccomandato di escludere i dati precedenti al 2000 dalle analisi delle tendenze…i dati precedenti al 2000 vengono ora considerati solo come dati storici”.