- IL 97% DEGLI SCIENZIATI CONCORDA SULL’ORIGINE UMANA DEL RISCALDAMENTO GLOBALE: CLAMOROSA FALSITA’ E COME SI È ARRIVATI A QUELLA CIFRA
Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe da una comunità scientifica alla ricerca di leggi ma sempre aperta al dubbio e agli interrogativi, oggi ci troviamo di fronte a una narrazione che procede di certezza in certezza, e questo proprio mentre molti fondamenti della fisica moderna (Einstein, Heisenberg, Godel…) parlano di incertezza.
Avendo di fronte non più un pubblico di esperti, la comunità scientifica deve convincere, anche barando, che la sua narrazione è vera, al 100%, o quasi. Ed è così che è nato quel numero, il 97%, che viene sbandierato spesso come dimostrazione che la tesi del “riscaldamento globale di origine antropica” è una Verità Assoluta: il 97% della comunità scientifica sarebbe d’accordo sull’impatto catastrofico che l’uomo ha sul clima.
Non c’è nessun 97% come vedremo e questo è un dato inequivocabilmente falso e che dovrebbe far pensare ogni persona dotata di buon senso: mentre i dati si possono interpretare, questa cifra risulta difficilmente difendibile. E fa pensare più alle elezioni dei regimi dittatoriali che a un vero dato scientifico.
Ancor più se vediamo come ci si è arrivati.
Lo studio che è alla base del 97% è un progetto di dottorato, del 2009 che ha riguardato una studentessa, Maggie Zimmerman, e il suo docente, Peter Doran.
La statistica è stata pubblicata come lettera e non come paper scientifico, che avrebbe richiesto valutazioni di pari; la rivista che l’ha pubblicata è EOS il cui indice di autorevolezza (impact factor) è di 2,7, mentre tanto per capirsi la rivista Nature ha un impact factor di 64,8.
Il sondaggio è consistito nell’invio di 10.257 email a esperti del settore, ponendo due domande molto ampie e quindi ampiamente interpretabili.
Hanno risposto in 3.146, per cui 7 esperti su 10 non hanno partecipato.
I due ricercatori ha creato un sottogruppo di ultra-specialisti formato da 79 scienziati: alla prima domanda il sì è stato del 96,2% e alla seconda del 97,4%. Facendo la media si ottiene il fatidico 97%.
Già questo dovrebbe far inorridire qualunque ricercatore, anche di scuola media.
Veniamo però alle domande:
1)Rispetto ai livelli precedenti dell’Ottocento, pensi che le temperature globali medie siano generalmente aumentate, diminuite o risultino costanti?
2)Pensi che l’attività umana sia un fattore che contribuisce al cambiamento delle temperature globali medie?
Nelle domande non si parla di eventi catastrofici, mentre il clima è sempre cambiato; le temperature poi dal 1800 in poi sono cresciute di 0,85°C e su questo tutti concordano. E questo è avvenuto anche prima dell’industrializzazione moderna.
La seconda domanda non chiede in che percentuale l’uomo possa contribuire al riscaldamento, perché un conto è se lo fa per il 90% e un altro se lo fa per il 10%. Si tratta di una domanda vaga, estremamente soggettiva, senza alcuna specificazione.
Viene da ridere per la procedura e per l’uso che è stato fatto della magica cifra: molta ignoranza e qualche menzogna cosciente.
In compenso oltre 1500 studiosi di primissima fascia hanno sottoscritto un manifesto che dovrebbe interessare: World Climate Declaration. There is no climate emergency. Ecco i punti principali: “La scienza del clima dovrebbe essere meno politica, mentre le politiche climatiche dovrebbero essere più scientifiche. Gli scienziati dovrebbero affrontare apertamente le incertezze e le esagerazioni nelle previsioni sul riscaldamento globale, mentre i politici dovrebbero contare spassionatamente i costi reali e i benefici immaginari delle loro misure politiche.
Il riscaldamento è causato da fattori naturali e antropogenici…Il clima della Terra è cambiato da quando il pianeta esiste con fasi naturali di freddo e caldo. La Piccola era glaciale si è conclusa solo nel 1850: non è una sorpresa che stiamo vivendo una fase di riscaldamento.
Il riscaldamento è molto più lento di quanto previsto, soprattutto dai modelli dell’IPCC.
La politica climatica si basa su modelli inadeguati…I modelli esagerano l’effetto serra e ignorano che l’arricchimento dell’atmosfera con la CO2 è benefico.
La CO2 è cibo per le piante, la base di tutta la vita sulla Terra. Non è inquinante…Una maggiore quantità di CO2 è favorevole per la natura…ha favorito la crescita della biomassa vegetale globale…incrementa i raccolti agricoli in tutto il mondo.
Il riscaldamento globale non ha aumentato i disastri naturali. È ampiamente dimostrato che le misure di mitigazione della CO2 sono tanto dannose quanto costose.
La politica climatica deve rispettare le realtà scientifiche ed economiche. Non esiste un’emergenza climatica. Pertanto, non c’è motivo di panico e di allarme. Ci opponiamo fermamente alla dannosa e irrealistica proposta di azzeramento della CO2 entro il 2050.
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La politica dovrebbe concentrarsi sulla minimizzazione dei potenziali danni climatici dando la priorità alle strategie di adattamento basate su tecnologie collaudate e accessibili” (World Climate Declaration, 2023).