Non c’è nulla di più bello che vedere la propria bambina crescere sorridendo e sorridendoti. Ti è vicina e tu le sei vicino.
Le parli, l’accarezzi, giochi con lei e lei gioca con te. Sai che piano piano lei si allontanerà. Lo sai fin dall’inizio. Il pensiero non può tormentarti, perchè anche il tuo futuro dipende dalla gioia vissuta in quei lunghi momenti. Fin dall’inizio ti rendi conto che lei si aspetta da te ben più di qualche caramella e di qualche gioco: la sua crescita dipende dalla tua costruzione. E intorno a te, intorno a lei, gira il mondo che è sempre più caotico e interconnesso e lei e tu ci siete già dentro, non potete farne a meno e le regole che andavano bene una volta sono cambiate e tu non puoi ritirarti in un’isola deserta a godere gli ultimi anni di vita. Devi esserci e soprattutto devi saperle parlare in modo autentico. La sfida maggiore è nel proporre idee, cioè percorsi, non con semplici inviti e dichiarazioni, ma facendo vivere quelle idee nel dialogo quotidiano. Un dialogo che comincia il giorno in cui lei nacque e terminerà solo quando cesserà il tuo respiro.
Lettera a mia figlia Beatrice, 2017