6 | La guerra del Vietnam: a chi la vittoria tattica e a chi la vittoria strategica? |
La guerra del Vietnam o Guerra americana è la guerra che tutti conosciamo e che ha prodotto decine di film e numerose manifestazioni soprattutto negli Stati Uniti il cui coinvolgimento andò crescendo negli anni.
Con l’uscita di scena della Francia dal panorama indocinese, gli USA decisero di mantenere alta l’attenzione per la preoccupazione del così detto “effetto domino”, cioè la decisione dei Paesi socialisti di allargare la loro presenza, dopo la Cina e la Corea del Nord, anche a Vietnam, Laos e Cambogia.
Sul momento di inizio si possono individuare diverse date, ma possiamo farla iniziare già dopo la Conferenza di Ginevra, dal momento che il Vietnam del Nord aveva lasciato migliaia di guerriglieri nel sud, per organizzarsi, preparare lo scontro e operare iniziative sul campo.
Se invece si vuol individuare un punto preciso di partenza, lo possiamo trovare già nel corso del 1957 quando i guerriglieri filocomunisti avevano ucciso oltre 400 funzionari governativi e iniziato a minare l’autorità del governo di Diệm in molte aree contadine, mentre le truppe nordvietnamite invadevano Laos e Cambogia.
Occorre aprire una parentesi.
[Seguire i singoli eventi, scontri a fuoco, bombardamenti, torture, numero di morti, esplosioni può servire solo a una ricostruzione molto particolare e dettagliata di ciò che successe tra il 1957 e il 1975 permettendo la nascita di un Vietnam Unificato e Comunista.Molto meglio è delineare un quadro più ampio di carattere storico, geografico e politico-culturale: evitando forme di moralismo e di anacronismo.
I soggetti in campo sono l’Esercito del Vietnam del Sud, i guerriglieri comunisti (i Vietcong) che operavano camuffati da civili, consiglieri e poi soldati americani, consiglieri sovietici e cinesi, l’Esercito del Vietnam del Nord. Nonostante ci siano state incursioni nel Nord tra il 1965 e il 1968 la guerra si combatté soprattutto a Sud e nei territori del Laos e della Cambogia coinvolti dai Vietcong per poter colpire alle spalle il Vietnam del Sud.
Gli USA intervennero con mezzi e uomini sempre maggiori, da un lato per difendere un Paese alleato e dall’altro per impedire l’espansione di regimi comunisti in questa area: dopo il 1945 e soprattutto dopo il 1949 l’Internazionale Comunista organizzò nuclei armati in tutto il mondo spingendo verso insurrezioni comuniste. Ciò avvenne in Grecia, in Indonesia, nelle Filippine, in Sud America, in molti paesi africani: dopo il Vietnam del Nord l’area comunista ottenne un grande successo con la vittoria nel 1959 della rivoluzione a Cuba, dove si ebbe la nota crisi dei missili del 1962 con la presenza di testate nucleari sovietiche a due passi dalla costa statunitense.
Non va dimenticato neppure che in quel periodo, oltre ad aver imposto regimi totalitari nell’Est europeo si verificò una rivolta a Berlino Est nel 1953 repressa nel sangue, mentre nel 1956 l’URSS invase l’Ungheria e nel 1968 la Cecoslovacchia per ristabilire l’ordine comunista.
Era la Guerra Fredda e oggi esiste un consenso generale sulla minaccia comunista in quegli anni; eppure allora, di fronte a un sistema totalitario in tutti i Paesi comunisti, molti intellettuali (per non parlare dei partiti di ispirazione marxista) preferivano criticare i paesi liberaldemocratici e in particolare gli USA, ma risparmiando giudizi negativi al fronte comunista. La critica agli USA poteva avere senso a partire da un riconoscimento liberaldemocratico, non certo avendo come riferimento l’esperienza dittatoriale dei paesi comunisti. Fino a pochi anni fa anche i libri di storia preferivano puntare il dito contro il Maccartismo, tacendo sui gulag e sul totalitarismo dei regimi sovietici.]
Chiusa la parentesi.
Vediamo alcuni eventi di quel periodo.
Nel maggio 1961 J. F. Kennedy inviò 400 membri delle fotze speciali dell’esercito degli Stati Uniti nel Vietnam del Sud per addestrare i soldati sudvietnamiti dopo una visita nel paese del vicepresidente Johnson. Nello stesso anno il personale militare raggiunse le 900 unità che furono portate a 16.000 verso la fine del 1963.
Queste decisioni sono legate al fatto che la “strategia del domino” si materializzava, ad esempio con l’invasione del Laos avvenuta nel dicembre 1958 da parte del Vietnam del Nord. A questo proposito il 23 luglio 1962 fu siglato a Ginevra un accordo per la neutralità del Laos, ma di fatto il Vietnam del Nord rafforzò il cosiddetto Sentiero di Ho Chi Min, avviato nel 1959, che permetteva il rafforzamento dei Vietcong attraverso il passaggio nel Laos.
Nell’agosto del 1964 si verificarono attacchi nordvietnamiti che colpirono il cacciatorpediniere USA Maddox in acque internazionali e l’abbattimento di due aerei americani. Nell’agosto del 1965 fu decisa così l’Operazione Rolling Thunder, con l’obbiettivo di scoraggiare il Nord Vietnam a una partecipazione diretta nella guerra: i bombardamenti per quanto massicci solo in poche occasioni colpirono obbiettivi strategici vicino ad Hanoi, perché per la maggior parte si verificarono a Sud del 19° parallelo poco sopra la zona di separazione tra i due stati vietnamiti. La poca convinzione americana di impegnarsi in una guerra diretta contro Hanoi portò Johnson ad abbandonare l’operazione.
Nel 1965 arrivano le prime truppe di terra americane: 3.500 marines; nel 1966 sono 385.000 e il picco fu raggiunto nell’aprile 1969, con 543.000 truppe da combattimento americane di stanza in Vietnam. Nel 1972 il contingente scende a 140.000 soldati.
La politica di ritiro degli americani fu graduale ma ormai decisiva: da un lato il Vietnam del Sud con un appoggio sempre più calante degli USA dall’altro il Vietnam del Nord con rifornimenti e aiuti enormi e crescenti di URSS, Cina e paesi comunisti. In più il Vietnam del Nord aveva costituito un Governo Rivoluzionario Provvisorio del Vietnam del Sud che fu riconosciuto dai Paesi Comunisti: questo Governo operava dalla Cambogia che era la parte terminale del Sentiero di Ho Chi Min.
La decisione americana di chiudere l’esperienza vietnamita portò agli Accordi di Pace di Parigi del 26 gennaio 1973 che prevedevano:
- Rispetto dei diritti fondamentali del popolo vietnamita.
- Cessate il fuoco generale e ritiro di tutte le forze militari americane.
- Smantellamento di tutte le basi militari straniere nel Vietnam del Sud.
- Autodeterminazione del popolo sud-vietnamita.
- Riunificazione pacifica del Vietnam.
- Assicurare le libertà democratiche.
Il 29 marzo 1973 le ultime truppe da combattimento americane vengono ritirate dal Vietnam.
Il 30 aprile 1975 cadde il Governo del Vietnam del Sud e si preparò la riunificazione e la nascita della Repubblica Socialista del Vietnam.
La conclusione è molto semplice:
Gli USA si ritirano e garantiscono il rispetto degli articoli dell’Accordo di Pace; questa fu la inevitabile conclusione di un intervento che si era fatto sempre più debole e che teneva conto del dibattito critico che si era sviluppato negli Stati Uniti e negli altri Paesi Occidentali, che in quanto paesi democratici non potevano non tenerne conto. Come vedremo la evidente sconfitta americana si trasformò ben presto in una vittoria strategica, ma questo non avvenne per merito dei vari Johnson, soprattutto Nixon devastato da scandali compreso il Watergate, e Ford. Avvenne per la superiorità strutturale dei sistemi democratici rispetto a sistemi totalitari come era anche quello vietnamita. Di ciò parleremo nel prossimo articolo.
Il Vietnam non aveva mai rispettato, come si è visto, nessun accordo e così fece anche questa volta. Ad esempio l’Articolo 11 diceva:
“Immediatamente dopo il cessate il fuoco, i due partiti sud vietnamiti raggiungeranno la riconciliazione e la concordia nazionale, porranno fine all’odio e all’inimicizia, proibiranno tutti gli atti di rappresaglia e discriminazione contro individui o organizzazioni che hanno collaborato con una parte o con l’altra … assicureranno le libertà democratiche del popolo : libertà personale, libertà di parola, libertà di stampa, libertà di riunione, libertà di organizzazione, libertà di attività politiche, libertà di credo, libertà di movimento, libertà di residenza, libertà di lavoro, diritto di proprietà e diritto di libera impresa …”
Nessuna libertà democratica fu garantita, mentre numerosi furono gli atti di rappresaglia nei confronti di chi aveva operato per il Vietnam del Sud. La debolezza del nuovo governo comunista si manifestò subito dopo l’unificazione in una crisi crescente di tutti i paesi comunisti a livello mondiale, anche se per il suo crollo si dovranno aspettare quasi 15 anni. Anche di questo parleremo nel prossimo articolo.
Il 21 aprile 1975 il presidente Nguyễn Văn Thiệu aveva rassegnato le dimissioni tra le lacrime con un annuncio televisivo, durante il quale denunziò gli Stati Uniti per il fallimento nel mancato sostegno al Vietnam del Sud. Le sue osservazioni finali furono particolarmente dure con gli americani, in primo luogo per aver forzato il Vietnam del Sud ad aderire agli Accordi di Pace di Parigi, in secondo luogo per non aver sostenuto il Vietnam del Sud e infine per aver chiesto al Vietnam del Sud “di fare una cosa impossibile, come riempire gli oceani con le pietre”; Thieu inoltre definì l’abbandono da parte americana del Vietnam del Sud “un atto disumano da parte di un alleato disumano”.
Kissinger, Segretario di Stato USA, e Le Duc Tho, alto funzionario comunista, furono insigniti del Premio Nobel per la Pace nel 1973, per gli Accordi di Parigi, ma Le Duc Tho lo rifiutò perché la guerra continuava.
Kissinger e il Presidente Nixon furono esaltati per il loro realismo, ma le parole di Thieu rimangono come macigni sulla storia americana.
Breve appendice sul Sentiero di Ho Chi Min.
Come abbiamo visto, nonostante incontri, conferenze, accordi il Vietnam del Nord non ha mai rinunciato al piano di conquistare il Vietnam del sud attraverso una continua azione di guerriglia e una propaganda martellante sul diritto dei popoli all’indipendenza. La guerriglia nel Sud fu non solo appoggiata politicamente, ma foraggiata continuamente grazie a personale e risorse militari che in gran parte erano russi o cinesi. Rifornire e incrementare gli avamposti comunisti non era facile perché la DMZ al 17° Parallelo bloccava di fatto ogni possibilità. Fu così che dal 1959 vennero invase aree di frontiera del Laos e della Cambogia per creare un sentiero che rifornisse i campi militari che si trovavano fuori dal Vietnam, ma vicini al confine: da quei campi partivano le incursioni nel Vietnam del sud, dove furono creati avamposti in mezzo ai villaggi per confondersi con i civili. La prima reazione americana si ebbe nel 1965 con la proposta di una fortificazione, ma non se ne fece di nulla. Solo nel 1970 americani e sudvietnamiti decisero di entrare in territorio laotiano e cambogiano; prima di allora si cercò di interrompere i rifornimenti attraverso attacchi aerei che non ebbero effetto per la difficoltà di identificare tutti i percorsi e l’impossibilità di presidiare quei luoghi con truppe di terra, nel caso fossero riusciti a interrompere qualche collegamento.