XI’AN
Antica capitale dei diversi Imperi Cinesi è oggi una città di dimensioni relativamente ridotte (8 milioni e mezzo di abitanti) che ha vissuto la rigenerazione a cui sono state sottoposte le grandi città cinesi e di cui ho già parlato. Centro turistico di prim’ordine per i numerosi monumenti che vi si trovano, ma soprattutto per il famoso Esercito di terracotta scoperto casualmente da un contadino e che completava l’arredamento del Mausoleo di un Imperatore della Dinastia Qin risalente al III° secolo a, C.
Tutti ne conoscono le immagini, ma vederli di persona è molto più interessante, anche commovente se si vuole: la struttura è ben organizzata con un camminamento ai quattro lati, naturalmente super affollato ma che non impedisce di soffermarsi per uno sguardo più approfondito e una immancabile fotografia, anche un selfie perché no?
Non occorre ricordare che appena fuori dall’edificio c’è un luna park vero e proprio di grandi dimensioni, con souvenir, cibo e bevande; come ovunque in Cina e soprattutto nei luoghi di attrazione. La folla è parte del viaggio e non sempre risulta spiacevole soprattutto perché i cinesi che si muovono sono persone che vivono per la prima volta le loro esperienze fuori dal quartiere. Mentre noi siamo abituati a incontrare persone di altre regioni così non è per loro: in genere sorridono e spesso, molto più che altrove, pretendono di fotografarci e farsi fotografare insieme. Una volta una nonna ha preso il nipotino di pochi anni e me lo ha messo in braccio per scattare la foto ricordo, altre volte la cosa era più naturale anche se di difficile comprensione. In generale in questo viaggio la percentuale di turisti non occidentali era di circa il 99,9% (a Shanghai direi che dallo 0,1 siamo passati allo 0,5%).
Passata l’esperienza con l’Esercito di terracotta torniamo in città e ci dedichiamo ai numerosi monumenti che la illuminano. Come antica capitale è naturale che troviamo di tutto.
Come ogni città imperiale anche Xi’an si dotò di mura, ancora oggi ben visibili (naturalmente in parte ricostruite, che sono lunghe circa 16 km e presentano, come tutte le città storiche, quattro porte secondo i punti cardinali: Nord (bei), Est (dong), Sud (naan), Ovest (xi). Particolarmente belle sono la Porta sud che permette l’accesso agli alti camminamenti e la Nord, molto ben conservata. Xi’an storica e moderna si trova incapsulata dentro le mura anche se la sua espansione ha portato alla creazione di importanti strutture turistiche e commerciali per un paio di km fuori delle mura sempre però secondo gli assi perpendicolari N-S e E-W. I punti salienti di una visita alla città sono due torri, vicine tra loro, e posizionate all’incirca all’incrocio dei due assi: la Torre del tamburo e la Torre della campana; lasciate isolate seppur circondate dal traffico si impongono e la notte vengono illuminate rappresentando suggestioni e figure che invitano i giovani a farsi fotografare negli abiti tradizionali. Altri monumenti si possono trovare vicino alla Porta sud e anche mercatini con oggetti vecchi più che di antiquariato, mentre tre templi sono fuori dalle mura e valgono la visita: la Pagoda della grande anatra selvatica, la Pagoda della piccola anatra selvatica e un Monastero taoista che si trova nella immediata periferia Est.
Senza cartina, con cinesi che non parlano inglese, neanche i tassisti, abbiamo cercato di decifrare il GPS dello smartphone che però presentava solo caratteri cinesi, ma fiduciosi e un po’ presuntuosi siamo riusciti nell’impresa. Peggio è andata per l’ultima caratteristica della visita: il particolare quartiere islamico e la grande Moschea, che abbiamo raggiunto dopo aver scelto la stazione della metropolitana sbagliata, percorrendo stradine caratteristiche e negozi misti con i classici berretti bianchi e varie forme di velo. Abbiamo raggiunto la Moschea grazie alle indicazioni di numerosi negozianti ai qual facevamo vedere l’immagine del tempio e tutti ci dicevano “di là”. A forza di “di là” abbiamo trovato un muro che delimitava la Grande Moschea e un piccolo cartello. Il quartiere è interessante perché ha le caratteristiche del bazar, la percezione era più cinese che islamica e lo stesso vale per l’accesso alla Moschea stessa, dove le persone erano gentili e facevano la differenza rispetto all’arroganza che viene mostrata in molte Moschee nei confronti degli occidentali: il peggiore impatto lo avemmo a Delhi, alla bellissima e grande Moschea di Old Delhi.
In effetti la Grande Moschea di Xi’an ha le caratteristiche di un tempio cinese sia nelle varie porte di accesso sia nella struttura del tempio vero e proprio, quello dedicato alla preghiera, dove non è permesso l’accesso ai “miscredenti”. Le porte, in legno o pietra, sono colorate e raffinate, mentre la vegetazione accompagna l’avvicinamento al tempio: motivi geometrici, tamburi, campane, piccole pagode, fontane e un enorme vaso cinese. Occorre ricordare che nelle moschee non sono ammesse rappresentazioni umane.
Svoltato l’angolo ci siamo ritrovati alla Torre del Tamburo con relativa stazione della metropolitana: avevamo preso la via più lunga, molto snervante, ma a suo modo interessante. La folla sfida il caldo umido della città e tra un gelato, uno spiedino, un succo freddo, una confezione di durian si muove con calma insistendo con le foto, più alle persone che ai monumenti.
Ho scritto poco sopra che la maggior parte dei turisti che ci hanno accompagnato era cinese, molti visitatori individuali, ma i più facevano parte di gruppi consistenti con la classica guida e la sua bandierina. Persone allegre, attente e impegnate, ma pronte a gettarsi nella miriade di negozi di cibo o souvenir.
La cucina di Xi’an si allontana per certi versi da quella meridionale soprattutto perché risulta meno piccante, mentre l’influenza islamica si fa sentire attraverso la preparazione di panini con carne sminuzzata tipo kebab e l’uso di interiora come trippe e fegato, mentre l’avvicinarci alle steppe del nord porta all’introduzione del montone nella preparazione di molti piatti. Il tipico piatto regionale è però il Liang Pi (spaghetti dalla pelle fredda), una specie di tagliatelle deglutinate servite fredde con verdure e spezie, soprattutto sesamo. Lo si trova ovunque, ma c’è di meglio.
Lasciamo Xi’an per un lungo viaggio (quasi 7 ore) per la destinazione finale: Shanghai.