La Poesia oltre l’Estetica
La poesia costruisce l’Io
Ho cominciato a scrivere qualcosa di impegnativo e personale solo dopo i miei 30 anni. A parte qualche articolo di viaggio il mio primo lavoro fu Poésies du Maroc, scritte durante un itinerario da Algeciras a Layoune: erano segni modesti, ma servirono a sgrezzarmi, facendo i conti con la mia esperienza, le mie intenzioni e permettendo alla scrittura di aiutare e consolidare lo scavo. L’incontro con la complessità a 43 anni mi ha portato a scrivere anche dei saggi che avessero a che fare con l’universo poetico.
Ho cominciato a scrivere qualcosa di impegnativo e personale solo dopo i miei 30 anni. A parte qualche articolo di viaggio il mio primo lavoro fu Poésies du Maroc, scritte durante un itinerario da Algeciras a Layoune: erano segni modesti, ma servirono a sgrezzarmi, facendo i conti con la mia esperienza, le mie intenzioni e permettendo alla scrittura di aiutare e consolidare lo scavo. L’incontro con la complessità a 43 anni mi ha portato a scrivere anche dei saggi che avessero a che fare con l’universo poetico.
In questa riflessione sulla poesia e in questa produzione di poesia ho portato alla luce mondi che mi appartenevano, ma soprattutto ho creato reti di relazioni sempre nuove e intense, che hanno permesso di comprendere sia che “l’IO è un altro” sia che l’IO è sempre in costruzione.
Il termine che spesso uso, poiesia, sta proprio a indicare il legame tra la scrittura e la creazione della persona, ritornando all’etimologia greca, per cui poiein vuol dire proprio creare.
I saggi sulla poesia trovano il loro centro nella riflessione sul rapporto tra scienza della complessità e poesia moderna, ma vanno anche in altre direzioni e in particolare nell’ambito dell’amore, oltre che di tutti gli aspetti che riguardano la persona (i sensi, l’anima, la famiglia, i luoghi comuni)
Le opere si dividono in due parti: la trilogia scritta tra il 1991 e il 1996 quando l’impegno nella scrittura aveva bisogno di un continuo rinforzo e l’orizzonte delineava i primi contorni dell’amore e della felicità nella costruzione della persona. Le opere successive mantengono i riferimenti proposti nella Trilogia ma pretendono di più, andando a scovare pensieri e comportamenti in uno scavo quotidiano che non vuole nascondere nulla, facendo sì che l’orizzonte diventasse il senso della vita.
“Mi piacerebbe che tutti gli appassionati di letteratura leggessero un libro di cosmologia: Dal big bang ai buchi neri: breve storia del tempo di S. Hawking…questo libro cancella l’opposizione… tra temperamento letterario e temperamento scientifico…Come tutti i fisici moderni, Hawking non muove dall’osservazione: elabora dei modelli matematici, che solo in un secondo momento cercano l’osservazione. Kafka, Musil o Pessoa scrivono allo stesso modo.
Mentre Newton crede che l’universo fosse statico, Hawking sa che l’universo, nato da un’espansione drammatica, è ancora oggi in espansione. Anche il nostro io (conscio ed inconscio) è in espansione. Il nostro io si dilata perché non è più un io, ma un sistema solare di figure, di persone e di simboli, in perpetua rotazione interiore, che accoglie in sé sempre nuove immagini e proiezioni. (Dopo la fisica quantistica) tutto ciò che la scienza sembrava aver escluso –il carattere casuale e imprevedibile dei fenomeni- riaffiora nel cuore dell’infinitamente piccolo…Egli ci ricorda che la fisica teorica riposa sulla teoria di Einstein sulla relatività generale. Ma questa teoria urta contro due scandali che non riesce a comprendere, il big bang e i buchi neri…(Hawking) in tutte le cose insegue l’Uno, vuole la semplice formula generale, la teoria completa, coerente, unificata, che spieghi l’intero universo. Se ne possiede uno, il suo Dio è quello illuminista: il grande orologiaio.
Potremmo condurre le convergenze tra fisica teorica e letteratura molto più lontano.”